Anemia da malattia renale cronica: una campagna per dare ossigeno ai progetti e ai sogni dei pazienti e far crescere insieme la Foresta delle Aspirazioni

L’anemia è la principale complicanza della malattia renale cronica: colpisce 1 paziente su 51 di entrambi i sessi, dopo i 50 anni d’età. La spossatezza domina la vita dei pazienti, la cui qualità di vita risulta intaccata in modo simile a quella di chi è affetto da diabete, epilessia o tumori. La diagnosi è tardiva, il più delle volte l’anemia da malattia renale cronica non viene riconosciuta perché la condizione è sottostimata dai medici e dagli stessi pazienti.

L’anemia da malattia renale cronica raddoppia il rischio di morte per eventi cardiovascolari e renali.2
I campanelli d’allarme come debolezza cronica, mancanza di respiro, pallore, palpitazioni debbono indurre la persona a rivolgersi prima possibile al proprio medico per valutare la situazione.

La campagna “Anemia da malattia renale cronica. Diamo ossigeno alle aspirazioni”, promossa da Astellas insieme ad ANED – Associazione Nazionale Emodializzati Dialisi e trapianto che ne condivide gli obiettivi, attraverso un video online e una call-to-action di una testimone d’eccezione, l’alpinista e scalatrice altoatesina Tamara Lunger, sollecita i pazienti diagnosticati e le persone che potrebbero essere a rischio di sviluppare anemia da malattia renale cronica, ma anche tutti i cittadini, ad inviare sul sito della campagna www.anemiadamalattiarenale.it le proprie aspirazioni e progetti. Le aspirazioni raccolte e condivise permetteranno di realizzare la “Foresta delle Aspirazioni”: per ogni messaggio verrà piantato un albero nel Parco della Vettabbia, un’area verde di Milano, dall’azienda ZeroCO2, partner del progetto, impegnata nella lotta ai cambiamenti climatici.

Per riuscire a realizzare le proprie aspirazioni ci vuole energia e la foresta libera ossigeno per gli uomini e l’ambiente. Metaforicamente l’ossigeno offre una nuova qualità di vita a chi soffre di anemia da malattia renale cronica. L’ossigeno e le aspirazioni sono il fil rouge della campagna che vuole stimolare i pazienti a non arrendersi, a non rassegnarsi ma a reagire e trovare la giusta energia per raggiungere i propri obbiettivi.

«L’anemia da malattia renale cronica è una condizione patologica in cui i reni non producono sufficiente eritropoietina, l’ormone che stimola la produzione di globuli rossi; di conseguenza si riduce la capacità del sangue di trasportare ossigeno ai tessuti dell’organismo – dichiara Giuseppe Castellano, Direttore SC di Nefrologia, Dialisi e Trapianti di Rene, Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano – l’anemia può comportare mancanza di respiro, astenia, debolezza, vertigini, pallore, problemi a livello cardiaco. La mancanza di energia influenza la capacità di lavorare, di studiare, di partecipare alle attività quotidiane. Questo può generare sentimenti di frustrazione, depressione e isolamento sociale. L’anemia da malattia renale cronica è spesso sottodiagnosticata e sottotrattata perché i sintomi possono essere sfumati. Una stanchezza e debolezza croniche anche durante attività leggere, la mancanza di respiro,

il pallore della pelle e delle mucose sono campanelli d’allarme ed è importante non trascurarli ma rivolgersi al proprio medico, il quale nel pannello degli esami dovrà fare una valutazione di tutti i fattori critici, ovvero funzionalità renale, livelli di ferro ed emocromo per diagnosticare una eventuale anemia».

Conoscere la malattia, aderire alle cure prescritte dallo specialista e concentrarsi su alcuni obiettivi importanti, sono passi che aiutano a trovare l’energia giusta e “dare ossigeno alle proprie aspirazioni”. La presa in carico del paziente affetto da anemia conseguente a una malattia renale cronica è un momento cruciale. Diversi sono gli specialisti coinvolti, a partire dal medico di base, dal nefrologo, dall’internista fino al diabetologo e al cardiologo.

«Il percorso diagnostico dell’anemia prevede una serie di test quali la determinazione dell’emoglobina per valutare la severità dell’anemia, gli indici eritrocitari per valutare il tipo di anemia, la conta eritrocitaria per valutare l’attività eritropoietica midollare, la ferritinemia per valutare i depositi di ferro, la saturazione della transferrina per valutare la disponibilità di ferro a livello midollare, la proteina C reattiva per valutare lo stato infiammatorio – spiega Maura Ravera, Segretario FIR, Fondazione Italiana del Rene – questo percorso è giustificato dal fatto che i meccanismi coinvolti nella genesi dell’anemia associata a malattia renale cronica sono molteplici. La causa principale è il deficit di eritropoietina endogena, che compare quando la funzione renale è compromessa. Non meno importanti sono però la carenza marziale e lo stato infiammatorio cronico con aumento dei livelli di epcidina e di altre molecole che riducono la disponibilità di ferro. Il nefrologo ha un ruolo chiave nella gestione dell’anemia da malattia renale cronica, perché può prescrivere gli agenti stimolanti l’eritropoiesi attraverso la formulazione di un piano terapeutico che viene poi rinnovato periodicamente. Il paziente solitamente è inviato al centro di Nefrologia dal medico di medicina generale o da altri specialisti. Attualmente l’integrazione tra territorio e ospedale, cioè tra medici di medicina generale e specialisti, presenta alcuni limiti: una delle maggiori criticità nella gestione dell’anemia da malattia renale cronica è proprio il late referral, ovvero l’invio tardivo del paziente nefropatico al nefrologo».

La gestione di una condizione multiforme e complessa come l’anemia da malattia renale cronica richiede un approccio allargato al quale possano contribuire i clinici, i ricercatori, le aziende farmaceutiche, le società scientifiche, le associazioni dei pazienti, le autorità regolatorie e le istituzioni politiche. Il paziente resta la figura centrale e da supportare, relegato com’è in una condizione tanto insidiosa che limita pesantemente le normali attività quotidiane.

«Convivere con l’anemia da malattia renale cronica non è facile, perché la malattia ha conseguenze sulla vita relazionale, lavorativa e sullo stato di salute generale – commenta Teresa Siclari, Segretaria Regionale di ANED Lombardia – fondamentale è la comunicazione medico-paziente, è necessario che la persona riferisca al medico tutti i suoi disturbi affinché lo specialista possa effettuare gli esami specifici per diagnosticare l’anemia e intervenire tempestivamente con un trattamento. La campagna “Anemia da malattia renale cronica – Diamo ossigeno alle aspirazioni” ha un valore altissimo sia come strumento di prevenzione, in cui il medico di base ha un ruolo cruciale nell’individuare le persone a rischio e indirizzarle allo specialista, sia come strumento per aumentare la consapevolezza su questa condizione».

Changing Tomorrow è lo spirito che guida Astellas: la ricerca, in cui l’azienda investe circa il 19% del fatturato, si concentra in quelle aree terapeutiche in cui il bisogno è grande oppure ci sono le opportunità di offrire soluzioni che possano colmare alcune esigenze ancora non completamente soddisfatte. Da oltre 20 anni Astellas è focalizzata nell’area trapianto d’organi e in particolare nel trapianto di rene.

«Vogliamo confermare il nostro impegno nel mettere sempre al centro di ogni nostro pensiero e decisione il paziente nefropatico, dedicando risorse allo sviluppo di trattamenti di valore che possano migliorare la qualità della sua vita ed in particolare di chi soffre di anemia da malattia renale cronica – sottolinea Antonella Di Lorenzo, Communications & Patient Advocacy Associate Director di Astellas Pharma – L’anemia rappresenta spesso il primo segnale della presenza di MRC. Sentiamo fortemente la responsabilità sociale di sviluppare programmi di sensibilizzazione della popolazione che possano contribuire ad aumentare le conoscenze su questa condizione e indurla a rivolgersi tempestivamente al medico. Ma vogliamo anche incoraggiare chi già ne soffre a non arrendersi al senso di stanchezza e affaticamento, ma ad alzarsi dal metaforico divano per cercare di realizzare le proprie aspirazioni. Il nostro progetto racchiude in sé anche un valore di responsabilità ambientale, con il parallelismo tra l’ossigeno prodotto dagli alberi e quello trasportato dai globuli rossi e quindi tra natura e salute».

Da oggi, fino a giovedì 30 marzo, tutti i cittadini milanesi potranno vivere un’esperienza immersiva che trasformerà una delle piazze più moderne della città in una Foresta delle Aspirazioni virtuale: sarà possibile grazie ai visori VR della ‘dome’ installata in Piazza GaeAulenti.

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