Dall’ergastolo in primo grado, ai due americani inflitti poco più di 20 anni per il barbaro delitto
“Nella giornata del 17 marzo in cui si è celebrato l’anniversario dell’Unità d’Italia, evento che dovrebbe farci sentire tutti più vicini, abbiamo ricevuto una notizia che, al contrario, ci ha fatto avvertire un senso di disgregazione, di separatezza tra i vari corpi dello Stato e i cittadini”. Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Maritato che spiega: “La Corte d’Assise d’Appello di Roma ha emesso la sentenza, di cui aspettiamo con ansia le motivazioni, su uno dei più atroci delitti consumati nella nostra città. Un verdetto che ha ridotto le condanne per Finnegan Lee Elder e per Gabriel Natale Hjorth, rei di aver accoltellato il carabiniere Mario Cerciello Rega con undici fendenti nei pressi di piazza Cavour nel luglio 2019. Ė come se quelle undici, feroci coltellate inflitte al sottufficiale, avessero colpito ogni italiano – attacca il presidente – perché la riduzione della pena ci ha messo di fronte al fatto che la vita di un uomo vale sempre meno”. Uno sconto significativo, dall’ergastolo comminato in primo grado ai due americani, ai 24 anni di condanna per Elder, mentre a Hjorth ne sono stati inflitti 22. “Quello che più sconcerta – continua Maritato – sono le parole pronunciate dai due giovani, che hanno giustificato il loro feroce agguato sostenendo di ignorare che si trovassero di fronte a un servitore dello Stato. Quasi che, in caso di analogo delitto verso qualsiasi altro cittadino la violenza possa essere giustificata. Ė avvilente constatare come nel nostro Paese si tenda sempre più all’indulgenza, con uno sbilanciamento della giustizia a favore del crimine. Quale messaggio consegniamo alla società? Per questo, siamo vicini alla famiglia Cerciello Rega, alla comunità di Somma Vesuviana, città del carabiniere barbaramente ucciso e alla giovane vedova Rosa Maria Esilio a cui nessuno potrà più restituire il giovane sposo”, chiosa Maritato.
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