Il caos e la situazione di emergenza regnano sovrani. La fase 2 prevede la riaperuta di quasi tutte le attività che potranno riprendere il loro lavoro rispettando alcune misure di precauzione.
Le assolute difficoltà economiche degli imprenditori sembrano aver creato la assurda “tassa Covid”, un surplus che va da 2 a 4 euro (con tanto di voce sullo scontrino) per le spese di sanificazione e messa in sicurezza del locale.
Il delegato per il Veneto di Assotutela Alessandra Zorzi interviene difendendo i consumatori che si ritrovano a dover pagare obbligatoriamente una tassa inesistente.
“Si tratta di una tassa che alcuni esercenti si sono di fatto inventati e che non trova nessuna giustificazione dal punto di vista legislativo. Sicuramente gli esercenti stanno sostenendo dei costi non previsti prima del Covid, costi che potrebbero giustificare un lieve aumento dei prezzi.Tuttavia, la sanificazione dei locali è necessaria al fine di tutelare il diritto alla salute dei cittadini e dei clienti, e non può, a mio avviso, essere oggetto di tassazione.Invitiamo pertanto i cittadini a segnalare l’eventuale presenza di tale nomenclatura sugli scontrini”
Conclude Alessandra Zorzi, delegato per Assotutela nella regione Veneto.
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