“Nelle misure economiche, previste dal governo Conte, per contrastare la crisi di famiglie e imprese in emergenza Covid – 19, ce ne sono alcune che non convincono assolutamente e sulle quali questa associazione ha ricevuto numerose segnalazioni cittadine.
Ad esempio, sul sostegno da 600 euro per i lavoratori autonomi e partite Iva senza cassa. Ricordiamo che nel nostro Paese vige il principio dell’equità impositiva, e tutti coloro che beneficiano dei servizi dello Stato e hanno capacità contributiva sono tenuti al pagamento dei tributi e non sono ammessi né privilegi né esclusioni da tale dovere. Nelle dichiarazioni fiscali, dunque, un soggetto, magari proprietario di una azienda con un determinato fatturato, dovrà versare dei contributi (magari anche se non ha guadagnato) in presunzione dello studio di settore. E, se non adempie, rischia di essere perseguito dall’agenzia delle entrate. Ci chiediamo perchè il governo Conte non abbia applicato lo stesso principio anche per il noto bonus di sostegno, previsto dal Cura Italia: in tal modo, infatti, l’indennità, legata all’emergenza Covid – 19, se in regime di studio di settore, sarebbe uniformata al reddito del contribuente e quindi economicamente più calzante alle sue esigenze in questi tempi di crisi. E, invece, niente, al massimo ci si dovrà accontentare dei 600 euro. Reputiamo tutto questo assolutamente illogico e inammissibile: ci auguriamo lo Stato italiano apporti delle correzioni al decreto altrimenti potremmo procedere tramite il legale di Assotutela Massimo Baldi Pergami Belluzzi con un esposto alla Procura della Repubblica”.
Così, in una nota, l’esponente di FDI Michel Emi Maritato ed il delegato dell’ associazione all’imprenditoria Principe Orazio Scuro
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