ALLA RICERCA DEGLI ANGELI DI DIO – TINO CRISPI RACCONTA DI SE E DI MAMMA NATUZZA

di Emanuela Maria Maritato

Il Nostro temutissimo e disprezzatissimo nuovo nemico Covid 19 ci sta allontanando da tutto, e soprattutto da tutti, questo ci sta regalando però del tempo per riflettere, per migliorarci, raccontarci e soprattutto per ritrovarci con noi stessi.

Sposa a pieno l’idea di utilizzare questo tempo per ritrovar se stessi un amico quanto un eclettico personaggio del mondo dello Spettacolo Tino Crispi sul set anche lui Nella Grande Bellezza nel 2014

Tino quali cambiamenti ha subito il tuo Stile di Vita con il Covid?

“Viviamo sicuramente una situazione non facile, direi surreale, sembra un film, uno di quelli però lenti, confusionari, e senza fine…… Nel mio piccolo cerco di fare tutte le cose che ho sempre fatto prima, faccio della normalità ancora il mio motto, non voglio cedere, non voglio stravolgere niente, cerco però di fare tutto con grande senso di responsabilità e soprattutto non uscendo certo è difficile stare chiusi in casa in piena primavera. Ma di “bello” c’è che nel tempo in più che ho rispetto a prima, posso occuparmi di tutte quelle cose che non potevo fare o che facevo frettolosamente per via dei numerosi impegni e, soprattutto, del ritmo frenetico di vita in una metropoli come Roma. Leggo molto, ascolto musica, continuo a prendermi cura della mia forma fisica, curando l’alimentazione e facendo ginnastica in casa. Porto come sempre da mangiare ai gatti del quartiere e mi rendo disponibile per qualche nonnina sola che in questo momento, più di prima, ha bisogno di aiuto. Ma soprattutto ho ripreso a dipingere”.

Il fatto che tu dipinga non fa altro che confermare il tuo essere un artista a tutto tondo, Svelaci qualcosa sul tuo ultimo Capolavoro?

“Beh si anche io sono solito definirmi un artista a 360 gradi, che dire, Sto terminando un olio su tela, dove sono rappresentati tantissimi angeli che lottano contro il male, indicando all’umanità la luce. Quello degli angeli è un tema a me molto caro da quando mi recai per la prima volta da Natuzza Evolo, la mistica di Paravati che parlava con gli angeli, con i santi e con le anime dei defunti e di cui è in corso il processo di beatificazione e canonizzazione”.

Non è la Prima volta che Parliamo di Natuzza,vuoi svelarci quale è il tuo legamen con Lei?

“Sì, certo. Quando incontrai la prima volta Natuzza, una ventina di anni fa, era un periodo molto difficile per me.

Ero un ragazzo pieno di sogni, ma tanto scoraggiato. Avevo tanti amici e l’affetto dei miei cari, eppure mi sentivo lo stesso tanto solo. Non riuscivo a dare un senso alla mia vita…

Natuzza mi accolse come un figlio e tra le tante persone in fila ad aspettare per poterla incontrare mi diede la precedenza, forse perché si accorse dell’enorme sofferenza che provavo: ‘’Anche se è arrivato ora, lo fate entrare questo ragazzo? disse”. Era sofferente e aveva le stigmate sulle mani e quando mi avvicinai nell’intento di baciargliele mi chiamò “figghjiu” (figlio), sorridendomi. Durante il nostro colloquio fu molto tenera, mi rassicurò sul mio cammino professionale appena intrapreso, dicendomi che dovevo proseguire con fiducia. E poi, all’improvviso mi disse: ‘Tuo padre sta nel giardino del Signore e coltiva le rose’. Scoppiai a piangere perché mio padre, morto qualche anno prima, aveva una passione per le rose. A casa aveva messo su un grande giardino che ne conteneva tante specie. Da allora ritrovai la serenità che mi aiutò nel mio percorso di vita professionale e personale.

Oggi, ogni volta che posso, vado a Paravati presso il centro ‘Cuore Immacolato di Maria rifugio delle anime’, costruito per volere di Natuzza su indicazione della Madonna, con le offerte dei fedeli. È un luogo che infonde serenità e amore per la vita”.

Come vedi il futuro a seguito dell’avvento Covid?

“Credo che in questa situazione difficile stiamo riscoprendo valori importanti come la solidarietà, l’amore, il rispetto per la natura e per l’essere umano stesso. Stiamo riscoprendo l’importanza del calore umano, di una semplice stretta di mano… Stavamo dando tutto per scontato… In questo senso, credo che i sacrifici che stiamo facendo non siani vani. Ci sono persone, poi, che stanno sacrificando la loro vita per la nostra. Mi riferisco soprattutto ai medici, agli infermieri, i nostri angeli in corsia sempre pronti a sostenere gli ammalati, a confortarli, lasciando i loro drammi personali a casa, oggi più di prima. Non possiamo dimenticare il loro coraggio e il loro sacrificio. Dovrà servirci in futuro per essere migliori. Spero che questo periodo finisca presto e che il mondo rinasca più unito e pieno d’amore”.

La prima cosa che farai appena tutto questo sarà finito?

Tornerò ad intensificare le mie attività benefiche, che per ovvie ragioni ho dovuto ridurre, probabilmente adotterò un micino, Mi prenderò del tempo per andare a trovare i miei cari, lontani, e dedicare loro del tempo, sicuramente passerò a portare il mio saluto a Mamma Natuzza, ma soprattutto andrò a riprendermi tutti quei baci e quegli abbracci che fino ad oggi ci sono stati negati, devo dire che questo è quello che mi manca di più.

Un messaggio per tutti i nostri lettori…. Cosa consigli loro in questo periodo?

Intanto saluto affettuosamente tutti i lettori, consiglio loro di restare a casa, solo se restiamo a casa e rispettiamo le regole presto potremmo tornare alla normalità c’è un Italia fuori che ci aspetta che vuole solo tornare a vivere e a gioire in compagnia del suo popolo, quindi ripeto restate a casa, uscite solo se realmente necessario,indossando GUANTI E MASCHERINA e rispettando le distanze di sicurezza, ma soprattutto consiglio di aprire il cuore a tutto quello che di bello questa pandemia sta regalando, seppur restando a casa ascoltate e riscoprite la natura, i suoi colori e suoi suoni, e soprattutto dedicate del tempo ai vostri figli, loro sono il nostro futuro, loro la nostra unica ragione per vivere.

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