FERIE, SMART WORKING E CASSA INTEGRAZIONE: QUESTE LE POSSIBILITÀ AZIENDALI PROPOSTE DURANTE IL COVID 19

di Emanuela Maria Maritato 

Il protrarsi dell’imminente, quanto grave, emergenza del Corona Virus ha obbligato moltissime aziende a riduzione drastica o sospensione totale dell ‘attività lavorativa.
C
osa succede però ai dipendenti delle aziende stesse?

Ecco le misure che sembrerebbe vengano adottate

  • Cassa integrazione con procedure speciali per alcune Regioni;

  • Smart Working;

  • Utilizzo delle Ferie Residue. 

Se è vero che il nostro ordinamento già prevede da tempo una serie di ammortizzatori sociali, come la Cassa integrazione guadagni ordinaria (CIGO), la Cassa integrazione guadagni straordinaria (CIGS) e la Cassa integrazione guadagni in deroga, per citare i più importanti, è altresì vero che i requisiti per l’accesso a questi strumenti e soprattutto le lunghe e rigide procedure amministrative, non consentirebbero, in questo momento storico, di poter fornire un aiuto immediato ad imprese e lavoratori.

A questo fine sono stati emanati alcuni provvedimenti come il D.L. n. 9/2020 che ha, di fatto, aperto ad una drastica semplificazione per la presentazione dell’istanza di adesione a questi strumenti per tutte quelle realtà economiche operanti nei territori maggiormente interessati dal fenomeno epidemiologico.

Nello specifico i datori di lavoro, a differenza di quanto accade ordinariamente, non saranno obbligati a procedere alla consultazione sindacale nè saranno obbligati al rispetto dei termini procedimentali previsti dal D.Lgs n. 148/2015.

Al fine di evitare possibili distorsioni nell’utilizzo di questi strumenti, tutti questi istituti saranno attivabili solo per il personale regolarmente in forza alla data del 23.02.2020

Interessante risulta essere la possibilità concessa alle regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna,  (art. 17 del Dl n. 9 del 02.03.2020) di concedere, previo accordo sindacale, trattamenti di cassa integrazione salariale in deroga anche se per un periodo massimo di 1 mese.

La regione Emilia Romagna ad esempio, di concerto con le associazioni sindacali, ha siglato un accordo il 06.03. con il quale ha concesso ai datori di lavoro con unità produttive o operative nella regione ed a beneficio dei lavoratori subordinati che svolgono la propria attività presso quelle unità produttive ed ai quali sia stato in tutto in parte sospeso il rapporto di lavoro o ridotto l’orario, di concedere la possibilità di attivare la cassa integrazione in deroga anche per la durata massima (per il momento) di un mese.

Nell’ottica di evitare il più possibile lo spostamento di persone sul territorio nazionale e quindi le presenze sul luogo di lavoro, attraverso il Dpcm del 08.03.2020, si raccomanda ai datori di lavoro privati e pubblici di promuovere, durante l’efficacia del decreto medesimo, la fruizione da parte dei lavoratori dipendenti dei periodi di congedo ordinario e di ferie nel caso non fosse possibile ricorrere a forme alternative di lavoro presso l’abitazione del dipendente.

In merito alla collocazione in ferie, vista l’eccezionalità del periodo e l’espresso riferimento del Dpcm, non occorre il consenso dei lavoratori almeno per quelle già maturate. 

Nell’ottica di limitare gli spostamenti, il sopra citato Dpcm all’art. 2 comma r) riaccende l’attenzione su di uno strumento purtroppo poco utilizzato nel nostro paese: lo smart working.

Anche in quest’ultimo caso le novità non riguardano tanto lo strumento, per altro introdotto dagli articoli da 18 a 23 della legge n. 81 del 22.05.2017, bensì la semplificazione nell’adozione dello strumento stesso.

A questo proposito il Dpcm prevede che tale modalità potrà essere applicata, per la durata dello stato emergenziale, per ogni rapporto di lavoro subordinato ed anche in assenza degli accordi individuali previsti dalla norma originaria.

Diverse aziende si stanno attivando in tal senso nella speranza di salvare la produttività aziendale ma molti non sono ancora effettivamente pronti quanto edotti in merito. 

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