Pieroni è la più grande azienda italiana artigiana, che tesse rapporti internazionali per la produzione e il noleggio di cappelli, copricapo e corazze per cinema, teatro e televisione e anche accessori, distinguendosi nella collaborazione ai numerosi film in concorso premiati, negli anni, alla prestigiosa kermesse di Venezia.
La storia della ditta, sita nel cuore di Roma, in zona Vaticano, ha inizio nel 1940 e si afferma sempre di più in importanti produzioni cinematografiche che hanno fatto la storia del cinema italiano e non solo, come “La corona di ferro” di Alessandro Blasetti, “Le avventure del barone di Munchausen” di Terry Gilliam, “La caduta degli dei” di Luchino Visconti, “C’era una volta in America” di Sergio Leone, “La fabbrica di cioccolato” di Tim Burton, “Gangs of New York” di Martin Scorsese, tutte le serie de’ “I pirati dei Caraibi”, fino ad arrivare al più recente “Poor Things” di Yorgos Lanthimos.
Si tratta di un’attività unica nel suo genere che ha portato il Made in Italy in tutto il mondo con la creazione di personaggi indimenticabili, realizzati grazie al prezioso e accurato lavoro dell’azienda Pieroni che vanta la produzione di quasi ogni film in costume, italiano e internazionale.
Una qualità preziosissima all’interno dell’artigianato cinematografico, che riveste ogni singolo personaggio di una propria spiccata personalità, il tutto accompagnato dalla cura e dalla maestria delle mani dei lavoratori capaci di realizzare accessori brillanti.
Nel corso degli anni, il laboratorio ha instaurato prestigiosi rapporti anche con grandi costumisti come Piero Tosi, cercando di carpire le suggestioni dell’epoca e di stare al passo con i mutamenti del variegato mondo cinematografico.
La redazione di VentoNuovo è lieta di intervistare Massimo Pieroni per illustrarci la storia dell’azienda, le partecipazioni ai più importanti film premiati nel tempo e la maestria di un lavoro manuale e artigianale che segue l’indispensabile sodalizio creativo che si crea tra artigiano e costumista.
Quando inizia la storia dell’azienda e come si evolve nel tempo, fino ad arrivare ai giorni nostri?
La ditta nasce nei primi anni Quaranta, quando mio padre, all’età di quattordici anni lavorava in azienda per realizzare le uniformi e i copricapi dell’Italia in camicia nera. Successivamente, dopo il ‘41 mio padre comincia a lavorare per i primi film per Cinecittà come “La corona di ferro” di Alessandro Blasetti.
Quando finisce la guerra e nasce la Hollywood sul Tevere iniziano i primi film delle produzioni americane, basti pensare a “Cleopatra” e a “La caduta dell’Impero romano”. Si sviluppa, così, un solido periodo basato sul rapporto con le grandi sartorie cinematografiche di Roma tra cui la sartoria Tirelli, con la quale abbiamo instaurato una collaborazione che dura ancora oggi. A partire dagli anni ‘50- ‘60 la ditta inizia a collaborare non solo per i film nazionali ma anche internazionali, lavorando tuttora con gli Stati Uniti, l’Inghilterra e, soprattutto, la Francia.
Nel corso del tempo, con il cinema internazionale di costume, aumentano anche i rapporti con i costumisti come Piero Tosi e tutti i grandi che hanno fatto la scuola del costume internazionale.
Ad oggi rappresentiamo una punta di diamante in tutto l’ambito dell’artigianato nel cinema e siamo riusciti ad affermarci anche all’estero per la lavorazione Made in Italy e a mano. Tutti i nostri prodotti, infatti, sono italiani e molti dei nostri lavori hanno ottenuto premi importanti come Nastri d’Argento, fino ad arrivare agli Oscar. per ultimo, il film “Poor Things” di Lanthimos è stato premiato per il costume e tutti i cappelli sono stati realizzati da noi. L’azienda, inoltre, è stata premiata dall’Accademia dell’artigianato, una delle più importanti scuole di arte e artigianato in Italia.”
Come funziona la lavorazione che porta alla realizzazione di un cappello?
“Dapprima, il regista dà al costumista le indicazioni su quello che vuole che sia realizzato e, successivamente, avviene l’incontro tra noi e il costumista, il quale ci indica il progetto e così nasce la collaborazione tra l’artigiano e il costumista che è il progettista. Vengono fatti dei campioni che vanno sottoposti agli attori e al regista tramite degli shooting e poi si parte con la lavorazione sia sugli attori sia sui piccoli ruoli, si scelgono i materiali, si studiano le proporzioni, fino ad arrivare al prodotto finito.”
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