di Barbara Fabbroni
Alberto Lionetti, classe 1999 artista torinese oggi è solo Lio, nome in cui condensa le coordinate del nuovo percorso e della sua essenza. Un passato che non rinnega, ma che rappresenta un capitolo chiuso, un bagaglio esperienziale di cui fare tesoro per esplorare nuovi sentieri con un “abito” del tutto nuovo. Lio ha cominciato a comporre e produrre la propria musica a sedici anni, dimostrando non solo doti da musicista e cantante, ma anche da performer, con una predisposizione naturale al ballo, oggi cresciuto e consapevole, sceglie la propria direzione. Fin da piccolo Lio, mostra un grande interesse per la musica, complice anche il suo contesto familiare, avendo papà musicista e mamma ballerina. Muove i primi passi televisivi nel 2004 partecipando al baby talent “Lo zecchino d’oro” e successivamente, nel 2013 partecipando a “Io canto” su Canale Cinque, condotto da Gerry Scotti. Nel 2018 partecipa a “The Voice of Italy” in onda su Rai2 convincendo subito Francesco Renga con la sua performance. Seguono serate, tanto lavoro, il palco di Casa Sanremo e una crescita artistica importante. Lio ha pubblicato in giugno il nuovo singolo, “Club Girl” con cui presenta il nuovo progetto che ha coccolato a lungo, dopo un allontanamento voluto e cercato dalle scene, per ritrovare una nuova consapevolezza ed una rinnovata maturità artistica. Attualmente è in giro per l’Italia illuminando le notti di quest’estate 2023. Lio ci porta nel suo mondo attraverso questa intervista coinvolgente e densa di vita.
Caro Lio, ci racconti qualcosa di te: chi sei, che cosa fai?
A vent’anni ho scelto di andare a vivere da solo, una decisione che mi ha fatto sentire vivo e mi ha regalato molta autostima. Una fatica fatta tutta con le mie forze, facendo anche più di un lavoro portando pizze, sushi e suonando nei locali. Ho fatto anche l’aiuto panettiere per sopravvivere! Ma avevo ben chiaro dove volevo arrivare e non ho mai avuto dubbi a riguardo. Ad un certo unto, anche grazie a “The Voice”, le serate sono diventate di più e con un cachet più alto, questo mi ha permesso di fare il salto di qualità e dedicarmi completamente alla musica e al mio mestiere. Dicendo questo, non voglio dire che sia sempre stato facile e non lo è neanche ora e all’inizio, per vivere da solo ho fatto rinunce e tirato un po’ la cinghia. Ma oggi sono molto contento della mia casetta dove vivo con il mio cane. Dal 2020 ho aperto uno studio di registrazione e mi occupo non solo della mia musica, ma anche di quella degli altri e devo ammettere che mi piace davvero molto.
Come nasce il tuo amore della musica?
Non credo sia possibile datare il momento in cui è nato il mio amore per la musica, a memoria non lo ricordo neppure io. Fa parte di me, mi ha cresciuto, accompagnato da sempre. Il ritmo, il ballo, sono la più profonda espressione di me. Questo sono semplicemente io, anzi …Lio
Quando hai iniziato a scrivere musica?
A sedici anni perché non mi bastava più cantare cose di altri, ma avevo la necessità di raccontarmi, di dare un’interpretazione alle cose della vita che fosse personale. È stato il bisogno di aprirmi e dialogare attraverso testi e musiche.
Lio è il tuo nome d’arte?
In realtà è un’abbreviazione del mio cognome, Lionetti, Lio il soprannome con cui mi chiamavano a scuola.
Perché hai cambiato il tuo nome?
Lio è nato solo per non essere associato esclusivamente a “Io Canto” o “The Voice”, che mi hanno sicuramento aperto la strada, ma che non voglio mi leghino a quell’esperienza, perché oggi ho voglia di volare verso il futuro. Lio rappresenta una maturazione che ripesca nel mio passato e non s’inventa niente di nuovo, sono solo io.
Come prende vita Club Girl?
Dall’osservazione del mondo della notte. Club Girl è un’istantanea che iconizza la regina dei locali notturni, quella ragazza che sa bene come attirare su di sé l’attenzione, mostrandosi libera e sicura della propria bellezza. Con Club Girlindago su quella che è la vita notturna, come artista e come ragazzo che quei locali li frequenta.
Che cosa rappresenta per Lio Club Girl?
Un momento importante del mio percorso artistico, dove Club Girl rappresenta un nuovo inizio, lo start per il mio nuovo progetto che arriva dopo un allontanamento voluto dalle scene, in cui ho avuto la necessità di ricalcolare la rotta, interiorizzare la strada percorsa e individuare la nuova direzione, che è il risultato di una crescita artistica e personale.
Chi è la Club Girl?
Quel genere di ragazza che in discoteca, allegra e spensierata, cerca il divertimento senza vincoli o legami. Una ragazza che, probabilmente diventerà presto una donna, risoluta e diversa, ma che in questo momento, cerca di assaporare la vita con leggerezza. Per il lavoro che faccio, mi trovo spesso circondato da queste ragazze e mi piace l’idea di dedicare loro, un brano ritmato e da ballare. È un fotogramma, un fermo immagine di un capitolo, di una stagione spensierata e libera. Il mondo femminile mi affascina, nelle donne c’è tanto da scoprire, un mondo.
Ti sei ispirato a Gossip Girl?
Non ho mai visto Gossip Girl, mi sono ispirato solo alle mie esperienze personali e a ciò che le ragazze che ho frequentato mi hanno raccontato
Qual è il tuo pubblico?
Il mio pubblico è chiunque abbia voglia di seguirmi. Quando scrivo racconto quello che vivo e sicuramente per ascoltare la mia musica si deve avere la curiosità di conoscere il mio punto di vista, di entrare nel mio mondo.
Secondo te la Generazione Z che cosa cerca dalla musica?
È una generazione curiosa, che cerca spunti per immedesimarsi nell’artista. Non a caso, infatti, i brani più famosi degli ultimi tempi sono tutti con un linguaggio crudo e diretto, che permette all’ascoltatore di percepire tutta la verità e le emozioni che ci sono dietro. Una generazione che va dritto per dritto, senza giri di parole. Forse più istintiva, più sincera, nel bene e nel male.
E i Millennials?
I millennials hanno avuto la fortuna di vivere un grande periodo per la musica, con la possibilità di essere accompagnati da artisti, intramontabili ed intoccabili, che in qualche modo hanno influenzato e influenzeranno, la musica a venire. Hanno bellissimi ricordi che è giusto conservino.
La vita notturna è così coinvolgente?
Per me lo è, perché amo i locali notturni gremiti di gente, dove regnano la Club Girl e la musica. Dove lavoro, dove mi diverto. È coinvolgente per il contesto, altrimenti sarebbe solo una stanza con musica e drink: bisogna lasciarsi andare alla magia. Io poi, per natura, sono un essere notturno e amo la notte, tantissimo…quindi questo più la passione per il mio lavoro, sono un’elevazione alla massima potenza!
Progetti?
Sto scrivendo tanto e in autunno uscirà un singolo nuovo con sonorità completamente diverse che mi permetterà di mostrare qualcosa di diverso, di più intimo. Club Girl, infatti apre ad un nuovo progetto che, in qualche modo, cambia la mia direzione artistica. Una fase importante, una maturazione personale, che apre la strada a tante novità. Attualmente sono in giro per l’Italia con un bel tour, ma sto già lavorando alla stagione invernale.
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