Su Cusano Tv, canale 264, il criminologo Maritato fornisce una originale e inesplorata pista
“Una strage di cui si doveva trovare subito la chiave, come si suol dire: sbattere il mostro in prima pagina. Ancora una volta, è d’obbligo una profonda riflessione e, soprattutto, occorre esaminare il caso in chiave religiosa”. Lo ha dichiarato Michel Maritato, giornalista specializzato in criminologia, nel corso del programma cult di Cusano Italia Tv “Crimini e criminologia”, in onda ogni domenica sera sul canale 264 del digitale terrestre. Sotto la sapiente conduzione di Fabio Camillacci, nella puntata di domenica 30 aprile, il giornalista ha ribadito la necessità di riaprire il caso e revisionare il processo, evidenziando la particolare suggestione legata al mondo islamico, relativa alle modalità di esecuzione della strage. Si tratta di un rituale descritto nel Corano, legato ai giorni della festa islamica, la ʿīd al-aḍḥā (in arabo: عيد الأضحى, “festa del sacrificio”), nota anche come ʿīd al-naḥr (in arabo: عيد ﺍﻟﻨﺤر, “festa dello sgozzamento”) oppure ʿīd al-qurbān (in arabo: عيد ﺍﻟﻘﺮﺑﺎﻥ, “festa dell’offerta a Dio”), è la festa celebrata ogni anno nel mese lunare di Dhū l Ḥijja – spiega Maritato – in cui ha luogo il pellegrinaggio canonico, detto ḥajj”. Un rito importantissimo, i cui festeggiamenti iniziano dal 6 dicembre e proseguono per 4 giorni. “Guarda caso – osserva il giornalista – il 10 furono uccise le vittime, con esecuzione verosimilmente riconducibile alla macellazione halal con taglio della carotide e dell’esofago, con dissanguamento e separazione del sangue dal corpo. Olindo e Rosa, l’uno operatore ecologico, l’altra domestica a ore, erano in grado di poter effettuare esattamente questo?”. Quindi una nuova pista, contenuta nell’appello del criminologo per la riapertura del caso: quella della vendetta letta in chiave di sciaria ritualistica ed esoterica islamica. “Il sacrificio ordinato da Dio ad Abramo per metterlo alla prova – chiosa il giornalista – è alla base del rito sacrificale islamico dell’ʿīd al-aḍḥā, nota anche come festa del sacrificio del figlio o sacrificio di ismaele. Ė qui che si deve guardare, anche considerando il nome del bambino trucidato, Youssef Marzouk, il figlio di Aziz, che non è altro che il nome del nostro Gesù. Tutti riferimenti che non lasciano spazio a perplessità”.
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