di Barbara Fabbroni
Proprio oggi l’Italia dà l’addio a uno dei più grandi Maestri del ‘900: Piero Angela. Lui che ha saputo fare della storia, della cultura, del disvelamento del passato unito al presente la sua ragione di vita. Tuttavia, i grandi Maestri lasciano il passo ai nuovi così che il mondo dell’arte, della cultura e dell’appartenenza alla propria radice storica non si perde nella notte dei tempi. Incontrare Ilaria Pisciottani è come entrare all’interno del romanzo “Mille e una notte”. Perché l’arte salva la vita, avvicina all’immenso, fa toccare l’anima dell’altro, affinché le emozioni negative volino via trasformandosi in possibilità. Ilaria è come la bella Sharāzād, che racconta attraverso la sua arte il mondo, l’uomo, l’essenza dell’esistenza, l’esserci e l’incontro. Ogni sua opera narra una storia, rimandando il finale all’opera successiva come se fosse un lungo dialogare con l’infinito. Ilaria come la bella Sharāzād va avanti così, opera dopo opera, per giungere a toccare quell’attimo che rende eterni e salva dal precipizio, dal buio, dalla notte oscura dell’anima.
Cara Ilaria, c’è una bella novità: sei arrivata prima al Premio Ariccia?
Siiii sono molto felice di questo premio d’arte cara Barbara! Ti sono molto grata per questa tua intervista con la quale onori e metti in luce il mio impegno artistico, tvb!
Il Premio di cosa si occupa?
Il Premio è alla sua prima edizione. Gli organizzatori e il comune hanno fortemente desiderato ricalcare le gesta della famiglia Chigi: una famiglia di mecenati, amante dell’arte che sostenne molto gli artisti della loro epoca. Infatti, permettimi di raccontare un po’ di storia locale, sono certa che piacerà molto alle persone leggerla.
La leggiamo volentieri … iniziamo dal Palazzo Chigi in Ariccia, cosa ne dici?
Il Palazzo Ducale ora museo di Ariccia (Roma), dove si è svolta la cerimonia di premiazione del premio Città d’arte è immerso nel verde. È un esempio unico di dimora barocca rimasta inalterata nel suo contesto architettonico, urbanistico e paesaggistico. Al suo interno, un’importante collezione di dipinti, sculture e arredi contribuisce ad impreziosire ancor di più, se possibile, la dimora ducale. Una vera capsula del tempo che conserva miracolosamente, oltre all’armonia ambientale, anche l’arredamento, la funzione e la disposizione originaria delle sale.
Cosa si prova a visitarlo?
La sua visita è un viaggio a ritroso nel tempo, che ci catapulta nel passato della grande aristocrazia europea attraverso la storia di una delle più illustri casate italiane, i principi Chigi.
Il palazzo fu ristrutturato tra il 1664 ed il 1672 sotto la direzione del grandioso Carlo Fontana, principe dell’architettura tardo barocca, secondo un’idea progettuale di Giovan Lorenzo Bernini, suo geniale maestro. Contiguo al palazzo si può ammirare un vasto parco, residuo del “Nemus aricinum” sacro a Diana, rara reliquia del passato in chiave paesaggistica che accogliendo la vegetazione originaria dei Castelli Romani, forma un bosco misto di latifoglie, con varietà di querce, aceri, carpini, etc.. Ospita numerosi “patriarchi”, comprese alcune sequoie californiane tra la più antiche d’Europa.
Tra di loro anche un Papa?
Esatto! Tant’è che con l’elezione pontificia di Fabio Chigi che prese il nome di papa Alessandro VII, la famiglia Chigi acquisì nuovo potere. Sembra che fu proprio papa Alessandro VII a dare a Roma un aspetto propriamente barocco, commissionando importanti interventi urbani ed architettonici proprio al Bernini. Mentre, il “cardinal nepote” Flavio Chigi, fu il principale artefice delle collezioni artistiche della famiglia. La sua sensibilità artistica promosse pittori, scultori e architetti, patrocinando il teatro e la musica.
C’è di più vero?
Mi fa piacere anche ricordare ai tuoi lettori che le sale di questo meraviglioso palazzo hanno ospitato attori di grande valore come Vittorio Gassman ne “La Figlia del diavolo”, Alberto Sordi nella sua magnifica interpretazione de “L’avaro” e il regista Visconti volle ambientarci la scena del ballo del suo celeberrimo film “Il Gattopardo” del 1963 con Burt Lancaster, Alain Delon, Claudia Cardinale.
Chi può partecipare al Premio?
La partecipazione è gratuita ed è aperto agli artisti emergenti. Ci si può presentare in una delle 4 sezioni: pittura; fotografia; fumetto e murales. L’organizzazione si riserva poi di selezionare, esporre e fare partecipare al premio le opere che per loro sono le più belle e significative.
Come sei arrivata a parteciparvi?
Una persona che segue i miei lavori artistici mi ha fatto sapere che ci sarebbe stato questo premio. Pensava, a questo punto non a torto, che potessi essere perfetta per questo premio. Premi che con mio grande stupore ho vinto. Grazie Enio per l’invito a partecipare!
Tu sei una grande artista che cosa hai portato in concorso?
Per questa prima edizione il Premio aveva un tema ben preciso da rispettare e quindi ho portato una serie fotografica che va dal romanticismo del passato alla futuristica fantasy.
Come si intitola il tuo lavoro?
“Ariccia, ieri oggi e domani”.
Come ci si sente a ricevere un Premio così prestigioso?
Semplicemente felice! Perché sono una sognatrice romantica e amo le città che hanno una loro forte identità culturale, artistica, ma anche enogastronomica. È importante avere delle città italiane che sostengono il nostro tessuto sociale, economico e turistico.
Chi ha organizzato il Premio?
Il Premio d’arte città di Ariccia è a cura di Turist’Arte di Teresa Cisterna (https://turistarte.it/).
In collaborazione con la BCC Banca dei Castelli Romani, del Tuscolo, del Comune di Aricciabe e del sindaco Gianluca Staccoli. Con l’importante Patrocinio del Consiglio Regionale del Lazio.
Nelle tue opere cosa racconti?
Racconto una mia visione della città. Ho voluto ritrarre Ariccia esaltando la sua storia ma al contempo l’ho voluta proiettare nel tempo, verso un futuro ancora più importante che merita, come lo meritano tutti i cittadini di questa meravigliosa eccellenza che emerge ricca d’arte prepotentemente, come bellezza indiscussa, non solo della regione Lazio, ma di tutto il territorio nazionale.
L’anima e il cuore è senza dubbio Teresa Cisterna?
Complimenti a Teresa Cisterna per il grande impegno, a tutti gli artisti e ai collaboratori di questa meravigliosa mostra d’arte, mi ha molto commosso il discorso che ha fatto a noi artisti il maestro d’arte Mario Salvo anche lui in giuria.
Come ci si sente a essere sotto l’occhio attento e critico dell’altro?
Confesso che le critiche sono sempre l’ultimo dei miei pensieri quando fotografo ed espongo un mio lavoro o progetto artistico, amo più che altro arrivare ai cuori e alla mente dell’altro per suscitargli le mie stesse emozioni Ci ho tenuto a ringraziare l’autorevole e affettuosa giuria per aver apprezzato la mia opera, in particolar modo per aver colto totalmente il senso dei miei scatti. Poiché ero assente alla premiazione, ha ritirato per me il premio e letto il mio discorso di ringraziamento Mariella Sapienza, le sono grata per la sua premura.
Progetti?
Si Barbara, ancora molti progetti all’orizzonte, non mi sono fermata durante il periodo del lock down non mi fermerò certo ora. Il 30 luglio scorso come ben sai, nel meraviglioso museo del cedro di Santa Maria del cedro in Calabria, la Art Global e la sua presidentessa Angiolina Marchese in presenza di autorevoli ospiti, testimonial della cultura e della politica italiana hanno dato il via ad uno dei primi appuntamenti della presentazione del volume “Protagonisti del tempo d’arte”, sono onorata di essere presente in questo prestigioso volume d’arte e di poterlo condividere con te che ne fai altresì parte nella sezione letteraria. Permettimi di ringraziare Angiolina Marchese per il suo grande impegno di promozione di noi artisti emergenti e contemporanei, per le stesse ragioni ringrazio anche tutte le personalità che hanno voluto ospitarla e sostenerla in questo suo impegno d’arte che sono state presentate e moderate da madame Ombretta Del Monte, il prof. Gianfranco Bartalotta, la senatrice Fulvia Michela Caligiuri, Ornella Magurno, Adduci Angelo, Gianbattista Sollazzo, la responsabile del museo la signora Angela De Franco, il direttore del museo civico di Taverna Dott. Francesco De Marco. In questa mostra d’arte così suggestiva ho esposto il mio lavoro fotografico: “Il dubbio è padrone dell’amore”. Per mia gioia è piaciuto molto sia dal punto di vista emozionale che critico.
Vuoi aggiungere altro?
Voglio salutare con amore te che mi dai fiducia e spazio nei tuoi articoli sempre molto emozionanti. Vorrei invitare i tuoi lettori a seguire la mia prossima esposizione sempre a cura della Art Global, il 20 settembre p.v. alla libreria Angelica di Piazza Navona in Roma dove spero di incontrarti come nostra madrina d’arte. E poi cara Barbara tante altre sorprese a seguire fino alla fine dell’anno. Ho altre location d’arte che mi ospiteranno, piene di storia! Ti va di svelarle con me ai tuoi lettori in autunno?
Certo che mi va di svelare ai miei lettori questi luoghi di fascino, di cultura e di storia. Attenderemo curiosi ogni tuo racconto.
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