di Barbara Fabbroni
Marco Valerio Camillacci, diciotto anni, la maturità in corso, la scelta universitaria e un sogno in tasca: la recitazione e il doppiaggio. Finalista all’importante Premio Accolla sarà a Siracusa a fine luglio, dove sarà proclamato il vincitore. Tre ragazze e tre ragazzi si contenderanno il prestigioso riconoscimento, ma già è senza dubbio un traguardo significativo e denso della sua cifra essere tra i sei finalisti. Marco si racconta con semplicità ma al tempo stesso intensità aprendoci il suo mondo dove la passione si unisce alla determinazione, dove gli affetti sono essenziali per promuovere in lui stimoli e motivazione, dove tutto sembra progettato per un viatico denso di successi. Come tutti ha un sogno nel cassetto che gli farebbe toccare il cielo con un dito. In questo mondo cucito con fili stramati e sdruciti è raro trovare un giovane uomo con le idee così chiare, con la determinazione che lo conduce a esplorare nuovi lidi seppur nel cuore l’insegnamento dei suoi genitori. Giovani come lui aprono una breccia nella tempestosa mondanità dove sembrano andati persi i valori, i sogni, la determinazione, la forza, la coerenza e l’etica.
Ciao Marco, so che sei impegnato con l’esame di maturità, come sta andando?
Sta andando bene. Sono usciti i risultati degli scritti, e devo dire che sono soddisfatto.
Dopo la pandemia la maturità pare tornata alla sua normalità?
Non eravamo più abituati alla presenza, è stato impegnativo. Però, alla fine sta andando bene.
Raccontami un po’ di te, che cosa fai, quali sono i tuoi hobby e i tuoi interessi, così, ti conosciamo.
Ti dirò, in questo momento ho dovuto mettere da parte qualsiasi tipo di hobby per dedicarmi interamente allo studio. Però, come tutti i ragazzi, esco con gli amici, ascolto musica, sono molto appassionato di cinema e di storia del cinema oltre che di storia in generale. La mia più grande passione è sicuramente la radio e il doppiaggio.
Immagino, sei figlio d’arte?
Si! Da parte sia di mamma sia di papà, entrambi lavoravano in RDS, quando non ero ancora nato.
Sei cresciuto a latte e RDS?
Praticamente sì!
Seguirai la carriera dei tuoi genitori?
Dipende. Ho sempre desiderato fare il giornalista. Sono cresciuto con Linus, Marco Mazzoli, Radio 105, Radio Deejay … anche se con papà c’erano influenze di cronisti storici come Nando Martellini, Sandro Ciotti. Tuttavia, preferisco spostarmi più nell’ambito dello speakeraggio.
E la recitazione?
Ovviamente la passione per il doppiaggio mi ha spinto anche verso la recitazione. Mi piace il cinema, il teatro, insomma, in futuro mi piacerebbe lavorare in questo ambiente.
Sei in finale per un Premio prestigioso per il doppiaggio: il Premio Accolla. Come ci sei arrivato?
È nato tutto molto per caso. Durante il lockdown, stavo guardando il film il Gladiatore e mio padre mi disse: “prova a doppiare la scena al mio segnale scatenate l’inferno”. È tutto nato in maniera amatoriale, prima di quel momento non avevo studiato per il doppiaggio.
Cosa è successo?
L’ho doppiata.
E poi?
Si è aperto un mondo emozionale, ho provato una forza vitale dentro di me. La carica emotiva che si è sprigionata mettendo la mia voce in un film, con la musica in sottofondo mi è piaciuta così tanto che ho deciso di iniziare un gruppo autogestito.
Che cosa avete fatto?
Affittavamo le sale, ci mettevamo lì provando a doppiare alcuni film. Ho degli amici esperti che mi hanno seguito e consigliato durante queste sperimentazioni. Hanno molte conoscenze all’interno del mondo degli aspiranti doppiatori, per me è stata un’esperienza importante. Anche mio padre ha lavorato nel doppiaggio, credo che sia una risorsa che ho ereditato da lui.
Hai una voce potente e profonda?
Sono nato con questa voce! Devo dire che è una fortuna. Alla mia età avere una voce come la mia non è così comune. È difficile trovare un giovane diciottenne con una voce così formata e definita. E pensa non sono neppure un colosso, ho un’altezza normale, ho ancora tratti da giovane ragazzo più che un adulto. La voce è merito di papà!
Hai fatto degli studi per educare la tua voce?
Ho lavorato sulla modulazione della voce, ho fatto corsi di dizione, tutto a piccoli passi. In un primo momento mi sono concentrato sul mondo della radio, poi momento è arrivato il doppiaggio.
E poi il Premio Tonino Accolla di cui abbiamo già accennato qualcosa?
Mi hanno informato su questa possibilità di partecipare al Premio, erano due anni che a causa della pandemia non veniva fatto, era un’esperienza. Mi sono buttato senza aspettarmi nulla. Invece siamo in finale.
Quando hai saputo che eri tra i sei finalisti cosa hai pensato?
Mi arriva una telefonata alle dieci di mattina, era un nuomero che non avevo in rubrica così non ho risposto, non pensavo fossero gli organizzatori. Poi mi chiama un mio amico informandomi che era in finale al premio. Così ho avuto il dubbio che il numero cui non avevo risposto fosse quello degli organizzatori. Infatti, era quello. Ho tempestivamente richiamato ricevendo la notizia di essere tra i finalisti. Una gioia immensa. In quel momento non ho capito più nulla, la felicità era immensa.
I tuoi genitori che cosa ti hanno detto?
Sono stati molto contenti. È comunque un inizio. Ho raggiunto un traguardo che mai avrei pensato di raggiungere in così breve tempo. Ho sempre fatto tutto a livello amatoriale, iniziando solo otto mesi fa; invece, si è aperto uno scenario incredibile.
Dopo il liceo cosa farai?
Frequenterò l’Università Niccolò Cusano. Ho conseguito una borsa di studio e frequenterò la triennale di Scienze Politiche con indirizzo relazioni internazionali.
Il tuo amore per il cinema, il teatro e il doppiaggio?
L’Università deve essere coerente con il programma di studi che ho fatto in passato. Sto finendo il liceo linguistico EsaBac, con la maturità conseguirò il doppio diploma italiano e francese; quindi, Scienze Politiche con indirizzo relazioni internazionali calza a pennello. Non abbandonerò i miei studi di recitazione e doppiaggio, troverò l’occasione giusta per frequentare un corso. E poi si vedrà come si svilupperà il doppiaggio dopo questa finale.
Il viaggio della vita si fa con parsimonia ponderando ogni passaggio, non credi?
Certo, certo. Devo ancora comprendere quale sarà la mia vera strada. Per adesso c’è l’Università, la finale del Premio, il mio amore per il doppiaggio e la recitazione. Il resto lo vedrò strada facendo. Devo ancora capire bene.
Comunque, è un buon inizio?
Sì, sì, assolutamente! Ci sono molti giovani che intraprendono il doppiaggio, magari perché conoscono, perché sono figli di un doppiatore importante, o perché vogliono semplicemente farlo impegnandosi con costanza e determinazione. Però ci sono molti doppiatori che hanno iniziato più tardi a svolgere questo mestiere. Io sono stato fortunato grazie ai miei genitori e alle mie conoscenze. Sono cresciuto con il mito del doppiaggio, mio padre è stato all’interno di questo mondo e mi ha aiutato consigliandomi sempre. A tutto questo si aggiunge il mio spirito di sacrificio, ho tanta voglia di fare, mi impegno moltissimo, voglio farcela quanto prima.
Nulla accade a caso, ogni cosa ha il suo perché, non credi?
Si è vero, a volte quando meno te lo aspetti arriva qualcosa di imprevisto ma se ci pensi hai lavorato mesi prima affinché la strada si schiudesse.
Non hai mai pensato di fare la scuola di giornalismo?
Fino a poco tempo fa era la mia idea, poi mi sarei dovuto trasferire in un’altra città. Questa cosa mi metteva un po’ d’ansia, così ho pensato di scegliere Scienze Politiche.
Per avere diciotto anni hai le idee molto chiare?
So bene cosa voglio e quali sono le mete da raggiungere, almeno le prime mete.
Finita la maturità andrai in vacanza?
A fine luglio sarò a Siracusa per la finalissima del Premio Accolla, resterò per qualche giorno. Nella metà di agosto partirò per il mare con gli amici. La mia ragazza è di Roma, staremo un po’ insieme.
Hai un sogno nel cassetto?
Il mio sogno più grande, laddove ci sia un altro film, vorrei doppiare James Bond. Sarebbe la mia più grande felicità.
Qualche sassolino nelle scarpe ce l’hai?
Ho la fortuna di avere molte persone che credono e hanno creduto in me, questo mi ha sempre fatto sentire bene. Mi sono sempre circondato di persone che hanno creduto nelle mie capacità; quindi, non ho nulla da rimproverare a nessuno.
Sei molto fortunato oltre che ad essere molto bravo a scegliere le persone con cui condividere il tuo tempo?
Una cosa che faccio è condividere con le persone che mi sono vicine le mie attività come il doppiaggio. Per i miei diciotto anni mi hanno regalato un microfono e un apparecchio per registrare, così mi diletto nel doppiaggio. Sono, come già ti ho detto fortunato, perché le persone a me vicine mi stimolano così come la ragazza di un mio amico che mi ha chiesto esplicitamente di citarla in un’intervista.
Come si chiama?
Rosanna.
Allora ringraziamo Rosanna per tutti gli stimoli che ti ha dato!
Così almeno sarà felice e ho mantenuto la promessa.
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