Maritato: “La mafia si combatte con la cultura”

Su Cusano Tv un’analisi spietata delle nuove organizzazioni che operano con strumenti globali

Un’analisi lucida e spietata, senza tentennamenti né ipocrisie, quella venuta fuori dalla puntata di “Crimini e criminalità”, trasmessa domenica sera dalla emittente della Università Cusano sul canale 264. Sul fenomeno Mafia, che ha inquinato e continua a inquinare la vita del nostro Paese, si sono confrontati, nel trentennale della strage di Capaci, esperti nel campo come il commissario Maurizio Ortolan, al nucleo anticrimine dal 1987 in collaborazione con i magistrati di punta siciliani; il collaboratore di giustizia Luigi Bonaventura, Vincenzo Musacchio giurista, criminologo, docente di diritto penale e grande esperto di storia della Mafia, Laura Maceri fine giurista e criminologa, guidati dall’instancabile conduttore Fabio Camillacci. Il momento clou degli interventi, si è avuto nel finale, con le sorprendenti dichiarazioni dell’opinionista della trasmissione, Michel Maritato che, in qualità di giornalista e criminologo, ha condotto una lucida analisi sugli attuali metodi e strumenti mafiosi, ormai convertitisi alla dottrina della globalizzazione. “Oggi assistiamo a una conversione di Cosa Nostra – ha esordito – non più Mafia con coppola e lupara ma una organizzazione finanziaria con tutti i crismi, che si serve dei moderni strumenti per spalmare il proprio potere ovunque: social, monete virtuali, paradisi fiscali e riciclaggio. Un sistema difficile da intercettare, che usa i templi della finanza e delle multinazionali, scardinando proprio il metodo, copyright di Falcone, di ‘seguire i soldi’ per trovare i responsabili. Per questi nuovi pescecani del crimine, servono maggiore attenzione, metodi innovativi e una rivoluzione culturale per annientarli”, ha dichiarato Maritato.

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