Numerosi sondaggi danno in crescita la volontà di fermare la guerra con negoziati, non con armi
“Ci sembra veramente azzardato, in un momento di sofferenza per famiglie e imprese come l’attuale, proporre un ingente aumento delle spese militari che, fra l’altro pregiudicherebbe in via definitiva la possibilità di ergerci a intermediari in una trattativa diplomatica per la pace”. Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Maritato che spiega: “Ė orientato in tal senso, l’ordine del giorno approvato il 16 dicembre alla Camera dei deputati, relativo al cosiddetto ‘Decreto Ucraina’, che impegna il governo a predisporre l’incremento delle spese per la Difesa fino ad arrivare alla soglia del 2% del Prodotto interno lordo (Pil). Ciò si traduce, in un aumento della spesa che, per intenderci, sarebbe incrementata dai 68 milioni al giorno ai 104 – chiarisce il presidente – mentre nel nostro Paese, si corre il rischio di veder cancellati più di 100mila posti letto in ospedale, causa il repentino e violento aumento dei costi per l’energia, che sta avendo influssi del tutto negativi anche sulla sanità”. Il presidente fa inoltre riferimento al comune sentire: “Fermo restando il nostro giudizio sui sondaggi, che non dobbiamo prendere come oro colato, ci preme sottolineare comunque come ben oltre il 50% degli italiani sia contrario all’invio delle armi all’Ucraina, secondo alcuni istituti la percentuale salirebbe addirittura al 78. Ė una volontà che non può essere ignorata, pena la definitiva perdita di fiducia degli italiani nei confronti di chi li rappresenta. Un rischio che non possiamo correre, specie di questi tempi”, chiosa il presidente.
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