Calcio e Covid: quando lo sponsor detta legge

“Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali di altri”. La colta citazione, tratta dalla “Fattoria degli animali” di George Orwell, arriva dal presidente di AssoTutela, a commento della sfida di Supercoppa italiana, arrivata alla 34esima edizione, che si disputa il 12 gennaio alle 21, in un San Siro con capienza ridotta al 50%, nel rispetto delle regole anti Covid.

“Uno stadio che, sebbene sia aperto alla metà degli spettatori consentiti, è pur sempre privilegiato rispetto alle regole dettate per il campionato – attacca il presidente – che entrano in vigore dal 16 gennaio, guarda caso, così da salvaguardare la sfida Inter-Juventus, penalizzando invece tutti gli altri incontri di campionato, con grave discriminazione e soprattutto, con regole che con l’incontro di San Siro mettono a rischio la salute dei cittadini. Non si spiega come mail l’eventuale circolazione del virus si attivi di più dopo il 16 gennaio mentre il 12 secondo Lega calcio, governo ed esperti, la stessa, con la temuta variante Omicron per cui tutto il Paese è in allarme, possa essere silente e inattiva. O meglio, tutto si spiega perché in questi casi – incalza Maritato – intervengono sempre motivi opportunistici legati ai biglietti già venduti e agli sponsor che non possono essere contrastati, neanche per motivi di sanità pubblica. In questo caso, il rigoroso ministro della Salute Roberto Speranza ha lasciato correre. Ci piacerebbe sapere sulla base di quali evidenze scientifiche, così come si è indugiato troppo sull’uso delle mascherine dentro gli stadi”, conclude il presidente.

 

                                                                                               Roma, 13 gennaio 2022

 

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