Dall’ambito delle diverse attività di monitoraggio condotte dal Nucleo Investigativo Centrale della Polizia penitenziaria, finalizzate tra l’altro alla prevenzione e al contrasto dell’introduzione illecita negli istituti penitenziari di dispositivi telefonici e telematici atti alle comunicazioni fraudolente e alla continuazione di condotte criminose soprattutto da parte di detenuti dalla elevata caratura criminale e colpiti anche da reati associativi, nella serata del 2 novembre scorso, si è sviluppata, con il supporto del Nucleo Regionale del dell’Emilia Romagna e delle Marche, una eccellente operazione di polizia conclusa con successo dal Reparto di Polizia Penitenziaria di Ferrara.
Infatti, in una delle sezioni detentive della Reclusione del Carcere di Ferrara, riservata ai condannati con ergastolo o elevato fine pena, gli agenti di Polizia penitenziaria hanno abilmente rinvenuto un apparecchio telefonico, (Smartphone JELLY PRO, di colore nero, lungo 8 centimetri) il cui possessore, un detenuto di nazionalità moldava, già condannato per omicidio e con fine pena 2037, colto durante l’utilizzo, è stato quindi tratto in arresto in flagranza di reato e giudicato con direttissima in data odierna dalTribunale di Ferrara che ha applicata la pena patteggiata di mesi12.
Nella camera di pernotto del detenuto sono stati trovati, oltre al cellulare, 1 micro sim, un caricabatteria, con cavo USB, un adattatore mini USB, e due schede di memoria micro Usb, compatibili col cellulare.
L’abilità del personale del Reparto della Polizia Penitenziaria di Ferrara ha consentito peraltro di scoprire “la nicchia” appositamente incavata dal detenuto nel tavolo della cella, utilizzata dal detenuto per occultare, con una copertura in legno, il telefonino dopo l’utilizzo.
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