“Monoclonali anti Covid, un potenziale rimedio di cui si parla dal mese di ottobre. Il 9 novembre la Food and Drug Administration, Agenzia del farmaco Usa, ha approvato l’uso del Bamlanivimab, prodotto in una azienda di Latina dalla multinazionale Usa Lilly, mentre l’Aifa, omologa Agenzia italiana non ha mai preso in considerazione l’inserimento nelle terapie di tale specialità, non approvandone la sperimentazione”.Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato, riferendosi a una inchiesta del “Fatto quotidiano” che avrebbe rivelato aspetti di una vicenda che lascia perplessi. “Sembra che il prodotto, somministrato nelle prime fasi della malattia – spiega Maritato – sia in grado di ridurre del 70-75% delle ospedalizzazioni, elemento decisivo per una sanità provata come quella italiana. Purtroppo probabili incertezze e ambiguità interpretative tra vari studi, hanno inibito la somministrazione del Bamlanivimab, di cui erano disponibili gratuitamente 10mila dosi dal mese di novembre. Un prodotto a costo zero, realizzato in Italia, che poteva collocarci sul podio della sperimentazione e che invece è stato inspiegabilmente accantonato”, insiste il presidente. Ė in vigore infatti una legge, la la 648 del 1996, che consente l’uso di farmaci prodotti all’estero e non autorizzati dall’Ema “per questo – continua Maritato – risulta ancora più inspiegabile tale rifiuto se consideriamo che anche il vaccino Pfizer, di cui domani inizierà la somministrazione nel nostro Paese, ha una mera approvazione ‘condizionale’. Confidiamo nelle recenti aperture dell’Agenzia del farmaco che, grazie all’illuminata visione del professor Giorgio Palù ha aperto alla sperimentazione degli anticorpi monoclonali, una luce in fondo al tunnel”, conclude il presidente.
Roma, 26 dicembre 2020
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