“In questo periodo di emergenza, in cui è sempre più presente la necessità di curare i pazienti affetti da Covid-19 in modo tempestivo, all’insorgere della malattia e presso il domicilio del paziente, si scoprono altarini non proprio edificanti in merito alla assegnazione delle risorse”.Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato che si interroga: “vorremmo sapere in base a quale criterio sono state formulate le norme regionali che destinano le risorse per tale servizio di assistenza domiciliare (Adi), gestito dai distretti delle Asl e se corrisponde al vero il fatto che, le aziende più virtuose, che utilizzano personale interno siano in realtà le più penalizzate in termini di ripartizione dei fondi rispetto a quelle che si servono invece di cooperative esterne”. Risale al mese di marzo una prima assegnazione, per decreto, di oltre 96 mila euro a cui si aggiunge un altro 30 per cento arrivato in novembre, più un premio contrattuale per i dipendenti addetti a tale servizio. “Un servizio essenziale in questo momento – ribatte Maritato – in cui è assolutamente indispensabile tenere il più possibile i cittadini assistiti per Covid 19 in forma non grave lontani dagli ospedali. Purtroppo riceviamo continue sollecitazioni da più parti, in cui si segnalano casi di abbandono, di difficoltà a contattare i servizi sanitari e a ricevere in tempo il referto dei tamponi. Una cosa inconcepibile, soprattutto per le conseguenze che ne potrebbero derivare qualora un positivo che non sa di esserlo infrangesse, per disperazione da attesa prolungata, il regime di quarantena”. Un caso verificatosi in molte Asl, come riportato sulla stampa. “Purtroppo – chiosa il presidente – constatare che si avvantaggino, di fatto, cooperative esterne rispetto ai dipendenti Asl, ci riporta alla nota citazione di un astuto politico ‘a pensar male si fa peccato….’ Ma questa volta noi vorremmo non aver indovinato”.
Roma, 22 novembre 2020
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